Casale Monf.to – La prima parte della stagione è ormai alle spalle. Sono stati quattro mesi intensi e ricchi di emozioni positive. Un cammino che ha permesso al Casale 1909 di occupare la prima posizione della classifica e di farlo con numeri da record. Dodici vittorie, tre pareggi e nessuna sconfitta, con 4 reti subite (due delle quali ininfluenti) e 12 gare concluse con la porta inviolata. Statistiche talmente grandi che fanno un po’ paura in vista del girone di ritorno che, come ben si sa, è tutto un altro paio di maniche. Una sorta di secondo campionato, con tutte le avversarie che sono uscite più forti dal mercato invernale, in relazione ai propri obiettivi da conseguire.
Nello staff della prima squadra ci sono tanti validi collaboratori. Professionisti seri e capaci, che danno il loro contributo alla causa. Oggi, vogliamo parlare della situazione con il dottor Giuseppe Curella, arrivato quest’anno al Casale 1909, ma presente nel passato recente quando i nerostellati erano “governati” da altre dirigenze.
Doc, ci siamo lasciati nello scorso mese di agosto con tanto entusiasmo e con la voglia di scoprire questo nuovo Casale. Ora che ci racconti? Quali sono le tue sensazioni?
“Non possono che essere sensazioni positive. Questo Casale è organizzato, strutturato e ha tutto per vincere il campionato. Lo staff è molto preparato e si lavora quotidianamente per affrontare alla grande anche il girone di ritorno. In fondo non abbiamo ancora fatto nulla ed il percorso è molto lungo, impervio, ricco di insidie. Sappiamo che il ritorno è sempre più complicato per via delle squadre che hanno apportato correttivi negli organici e per i punti che pesano in maniera maggiore perché c’è meno tempo per recuperare. Dobbiamo sudarcela fino alla fine, anche se ripeto, siamo consapevoli di essere una squadra completa in ogni reparto, perfettamente in grado di tagliare il traguardo”.
Dirigenza, squadra, staff, tifoseria. Una città che si sta innamorando sempre più di questo progetto.
“Tengo in maniera particolare a ringraziare tutta la tifoseria, Quella organizzata (Boys, Sbamballati, Gioventù, Fedelissimi, ecc) e quella formata da gente che è tornata a vedere il Casale allo stadio ed a viverlo quotidianamente. Per noi, giocare in casa o fuori è la stessa cosa, per via del calore dei tifosi che non smettono mai di seguirci e di incitarci. Sono il dodicesimo uomo. Anche girando per la città si percepisce questo interesse. Persone che nemmeno conosco, che mi rivolgono la parola invitandomi a non mollare, a regalare alla città il ritorno in Eccellenza. Casale per questo amore che sa dare, assomiglia tanto ad una piazza del sud Italia, dove si vive in simbiosi con la squadra che la rappresenta. Che dire poi della dirigenza e dello staff? La società ci è sempre accanto, ogni giorno. Alcune figure dello staff le conoscevo già (Bellingeri con cui ho un rapporto speciale, Germano), altre le ho apprezzate come professionisti nel loro lavoro e come persone estremamente disponibili ed educate”.
La sosta è arrivata con il Casale davanti a tutti. Per ripetere un percorso così bisogna cercare ulteriori miglioramenti. Dove vedi i margini per farlo?
“Diciamo che aritmeticamente è difficile ripetere quello che abbiamo fatto. Migliorarsi vorrebbe dire già riuscire a ripetere questi 39 punti. Tuttavia credo che l’aspetto dove bisogna insistere sia quello mentale. Psicologicamente dobbiamo lavorare sui ragazzi, soprattutto su quelli più giovani, perché è normale che possano avere un rilassamento. Qui saranno fondamentali i giocatori con maggiore esperienza”.
C’è stata una partita in particolare dove ti sei detto “si, questo può essere l’anno buono”?
“Le vittorie più belle sono state quelle di Arona, Quincinetto, Vercelli e Trino. Quella che mi ha dato un’emozione in più è stata proprio quella con i Lupetti Bianchi. La temevo molto ed è stata la prima volta che sono entrato in campo per festeggiare dopo un gol (quello di Spriano) correndo al fianco di Luca Miglietta. E’ stata una sorta di liberazione”.
Lo spogliatoio è unito verso un unico obiettivo. Decisamente più grande delle ambizioni di ognuno. Ma c’è qualcuno di questi ragazzi con cui hai legato in maniera particolare?
“Mi trovo bene con tutti. Sono ragazzi educati, rispettosi. Gente con valori umani importantissimi. Con qualcuno di loro ho instaurato un rapporto particolare perché ci sentiamo tutti i giorni, confrontandoci anche su tematiche diverse dal calcio. Sono Mazzucco, Kolaj, Mullici, Canino e Rainero”.
Alla ripresa ci saranno le due partite consecutive in casa con Arona e Quincitava. Due delle avversarie più esperte e temibili. Uscirne con sei punti potrebbe risultare determinante.
“Sono d’accordo. Vincerle entrambe sarebbe come lanciare un segnale a tutto il campionato. Un messaggio che indirizza una serie infinita di cose. Sono sei punti fondamentali. Tuttavia, bisogna prestare molta attenzione. Temo molto la ripresa, perché stare un mese fermi non è il massimo e le feste possono dare imput negativi per via di abitudini, alimentazione ed allenamenti per forza di cose differenti dal solito. Non vedo l’ora di affrontare queste due partite, perché rappresentano uno step supplementare che il gruppo può superare in relazione all’obiettivo”.
Quando Giuseppe Curella è entrato a far parte dello staff nerostellato, si è parlato di lui come una persona competente, ottimo conoscitore di calcio. Il dottore è arrivato in punta di piedi e senza sgomitare ha occupato un posto speciale all’interno di un meccanismo fino ad ora perfetto, con rispetto ed educazione.
