Casale Monf.to – Nelle settimane che di fatto anticipano l’inizio della nuova stagione (dal primo luglio sarà possibile procedere con i tesseramenti degli atleti), lo staff della prima squadra va componendosi e dopo la conferma di mister Bellingeri, ecco quella del suo secondo, Cristian Spinoglio. 

Casalese di nascita (4 ottobre 1994), Cristian è alla terza esperienza in maglia nerostellata. Nel 2023-24 ha guidato la juniores e l’anno scorso è subentrato a campionato in corso insieme a Bellingeri. 

Gli inizi all’Ozzano e poi il passaggio alla Fortitudo, dove ha vinto il campionato provinciale con i 2006 (giocando sottoleva). Nell’estate del 2023 l’arrivo in nerostellato. Al termine di una stagione brillante, chiusa con un terzo posto nel torneo provinciale, il desiderio di provare una nuova esperienza viene accolto da mister Germano che lo vuole con se all’Asti. Con i biancorossi gioca il campionato nazionale under 19 ed anche se la permanenza dura pochi mesi, si tratta di un periodo dove mister Spinoglio ha potuto imparare molto ad un livello decisamente più alto. I colloqui con Alessandro Bellingeri, la possibilità di rientrare al Città di Casale passando dalla porta principale e soprattutto il richiamo della sua squadra del cuore, sono elementi troppo forti per essere respinti. Dal 14 ottobre lo staff della prima squadra passa di mano e Cristian Spinoglio diventa il secondo allenatore, con compiti specifici affidatagli da Alessandro Bellingeri. 

Allenatore preparato ed affidabile, ha deciso di rimanere in nerostellato nonostante le chiamate di altre società. Il salto a primo allenatore può aspettare, soprattutto perché, dopo quel funesto primo giugno, c’è un lavoro da portare a termine…

La società e il mister hanno fatto di tutto per convincermi a restare. Ho percepito tanta stima e soprattutto tanta fiducia, anche se non avevo dubbi a riguardo. Poi è vero, c’è un lavoro da portare a compimento, perché l’amaro in bocca c’è in relazione a come è finita. Da parte mia esiste un rapporto splendido con la piazza, con i tifosi, con un ambiente che merita categorie superiori. Puntiamo a far meglio dell’anno scorso e partendo dall’inizio credo sia una cosa che si possa fare”.

Chi ha vissuto questa stagione ha dei ricordi che rimarranno indelebili. Quali sono i tuoi?

Non è una partita e nemmeno un episodio. Si è lavorato tanto per recuperare una situazione di classifica dove avevamo 12 punti di ritardo. Giorno dopo giorno ci è riuscito un recupero tutt’altro che scontato. L’emozione è stata quella ed è condivisa da tutto lo staff e da tutto lo spogliatoio”.

Cosa si prova nel vedere e percepire l’affetto dei tifosi allo stadio dalla panchina?

Il rapporto con la tifoseria è eccezionale. Ci sono rispetto, attaccamento alla maglia e responsabilità. Si vive in simbiosi mantenendo schiettezza e sincerità. Ci danno una spinta incredibile, ma ci criticano quando è giusto farlo. Ricordo a San Mauro, quando sono arrivati in ritardo per un guasto al pullman. Il cambio di marcia della squadra in una partita così difficile fu evidente e al novantesimo festeggiammo insieme il primato in classifica”.

Quale squadra avversaria ti ha stupito maggiormente sotto il profilo tattico?

San Mauro era davvero un’ottima squadra, ma quella che ci ha messo maggiormente in difficoltà tatticamente e tecnicamente, è stata l’Albese. La vittoria a tempo scaduto a casa loro rimane una delle pagine più belle della stagione”. 

Prima di voltare definitivamente pagina… è mancato davvero poco per festeggiare l’Eccellenza. Dove si poteva fare di più?

Il periodo decisivo è stato quello che è andato da gennaio a marzo. Lì si poteva fare qualcosa in più. Ricordo ad esempio le partite di San Damiano e di Novi con la Gaviese. Tuttavia, occorre analizzare, (non per cercare un alibi ma per essere onesti in tutto e per tutto), il momento del gruppo. Tanti infortuni, dovuti ad una rincorsa folle iniziata ad ottobre. Tanti ragazzi giovani che si sono trovati in prima squadra e che hanno dato tutto quello che avevano. Fatalmente non avevamo molte alternative per via di una rosa penalizzata dagli infortuni nel momento cruciale della stagione. A campionato finito, dico che essere arrivati comunque a giocarsi la promozione in Eccellenza, è stato un grande risultato ed i meriti sono di tutti”.

Quest’anno tanti dei ragazzi che hai allenato nelle giovanili, sono definitivamente esplosi vincendo campionati di categoria. Sono belle soddisfazioni, anche perché li abbiamo visti tutti tornare sulle tribune del Bianchi e del Palli per tifare la loro ex squadra. 

Si è creato un rapporto che va oltre il calcio e questo è molto bello. I ragazzi che hanno vinto la Seconda Categoria ad Ozzano, avevano solo bisogno di trovare il contesto giusto ed un mister che credesse nelle loro capacità. Su questo io non ho mai avuto dubbi”.

La società non è mai stata chiara come in questi giorni: si gioca per vincere. Da ex allenatore delle giovanili, come credi possa essere importante il codice unico con il vivaio? 

Inizia un lavoro di un certo tipo, dove i risultati si vedranno grazie alla continuità ed alla perseveranza. Le ultime tre squadre del settore giovanile devono essere in linea con il gruppo di mister Bellingeri. Una identità di gioco, di comportamento, che negli anni farà la differenza. Credo che sia questa la marcia in più che il club può avere dal proprio vivaio”. 

STORIE DI UNA STAGIONE