Casale Monf.to – Il girone di andata del campionato di Promozione, è terminato con l’ASD Città di Casale al quarto posto in classifica. Ventisette punti (meno due dalla vetta) e più cinque dalla prima esclusa dal discorso play-off. Miglior attacco con 31 reti e quarta miglior difesa (alla pari con quella del Canelli) con 14 gol subiti (2 nelle ultime 9 gare). Miglior rendimento in trasferta, con 17 gol all’attivo e 5 al passivo, ma soprattutto con 4 successi, 3 pareggi e nessuna sconfitta. Mattia Canuto vice-capocannoniere del girone D con 8 gol (gli stessi di Vergnasco), a meno quattro dall’ex nerostellato Mullici, in forza all’Arquatese. Rispetto alla stagione 2023-24 c’è un punto in più, mentre è lo stesso il piazzamento in classifica. A quota 27 aveva doppiato la boa il Città di Baveno, poi promosso in Eccellenza. Al comando c’era il Briga con 37 punti, secondo il Trino a 31. L’attuale capolista (l’Autovip San Mauro) di punti ne ha 29 e questo dato certifica il livellamento di un campionato 2024-25 dove nessun risultato è scontato. C’è grande equilibrio e la sensazione è che ci vorranno ancora 6-7 partite per vedere un tentativo di fuga vero e proprio.
Di tutto questo ne parliamo con uno dei giocatori più utilizzati nel girone di andata. Un ragazzo che sta vivendo la sua prima stagione nel calcio dei “grandi” dopo aver percorso un cammino formativo che l’ha visto indossare le maglie del Casale, dell’Alessandria e dell’Accademia Casale. Matteo Beatrice, classe 2006, ha fin qui totalizzato 10 presenze in campionato (818 minuti e 2 assist), 2 in Coppa Italia (74 minuti) e 5 in amichevole (225 minuti e 2 assist). Ha dovuto saltare 5 partite per infortunio, quattro delle quali consecutive. La squadra senza di lui ha vinto ad Arquata, pareggiato con San Giacomo Chieri e Canelli, perso con Spartak San Damiano e Gaviese. Il debutto è arrivato in una domenica pomeriggio a dir poco piovosa, sul rettangolo verde del “Palli”. Minuto 14 del secondo tempo di Città di Casale-Autovip, in sostituzione di Andrea Birolo.
Partiamo proprio da lì, da quella partita di esordio, raccontandone le emozioni.
“Fin dagli spogliatoi l’emozione era notevole. Sentivo la presenza dei tifosi, i cori, i tamburi e mister Perotti mi aveva detto che probabilmente sarei entrato a partita in corso. Esordire con la squadra della mia città è stato eccezionale, anche perché era la concretizzazione di una opportunità che mai avevo avuto prima”.
Un infortunio ti ha tenuto lontano dal campo per più di un mese. Sei rientrato a Trino, l’ultimo match diretto da mister Perotti. Come è stato lavorare con lui e come ti sei successivamente trovato con mister Bellingeri?
“Mister Perotti lo devo ringraziare moltissimo. Per me era tutta una novità e lui mi ha sempre dato consigli preziosi, soprattutto sui movimenti da fare in campo, sulle scelte e sui tempi di gioco. A Trino sapevamo che in ballo poteva esserci qualcosa di più dei tre punti, ne avevamo la sensazione. Secondo me meritavamo più del pareggio e ci è dispiaciuto perché il mister è sempre stato schierato dalla nostra parte, in difesa di un gruppo che non era partito benissimo. Sono cose che succedono ed occorre voltare pagina perché prima di ogni altra cosa c’è l’obiettivo che la società si è prefissata. Con Bellingeri ho un bellissimo rapporto, anche dal profilo umano. Sappiamo quando scherzare e quando lavorare duramente, concentrati ed uniti. Mi da molte indicazioni e sento tanta fiducia nei miei confronti. Ad ogni modo sono consapevole del fatto che la fiducia va ripagata e confermata, settimana dopo settimana”.
Quale pensi sia stata, ad oggi, la tua partita migliore?
“In Coppa Italia con il Trino (all’andata) credo di essermela cavata bene. In campionato ricordo volentieri il match con il Castellazzo, perché non ero partito bene, ma ho saputo reagire crescendo con il trascorrere dei minuti”.
Toccando con mano la categoria, quali sono le differenze con il calcio delle giovanili e dove pensi di poter migliorare?
“La differenza sostanziale sta nell’intensità e nella velocità di gioco. Fino all’anno scorso in juniores potevi concederti 4-5 tocchi di palla. Oggi no, due al massimo, sapendo già dove smistare la sfera. Credo di poter migliorare sotto tanti aspetti, perché difetti ce ne sono ancora molti e qui devo ringraziare oltre allo staff, tutti i miei compagni, che mi aiutano a superarli con consigli preziosissimi”.
Un flash lo merita il pomeriggio del derby. Come lo ha vissuto un ragazzo di 18 anni?
“In settimana non sentivo la partita. Vedevo tutta la città in fermento, mentre io ero calmo. Sabato sera è salita la tensione e domenica durante il riscaldamento, circondato dal pubblico, le gambe tremavano. All’ingresso per il match mi sono voltato verso i nostri tifosi e ho dovuto resettare tutto per poter rimanere concentrato. Perchè un conto è aspettarsi tutto ciò ed un altro è vederlo e gestirlo nella maniera migliore. Peccato non aver provato l’emozione del gol, perché a quel punto non so cosa sarebbe potuto succedere”.
Che effetto fa sentire il calore e l’affetto del pubblico, crescere di domenica in domenica?
“Questo è uno degli aspetti principali nel contesto del percorso che stiamo facendo. Siamo in 20 in distinta ed abbiamo l’uomo in più sugli spalti. L’entusiasmo lo sentiamo eccome e ci fa estremamente piacere. Speriamo di toglierci insieme delle belle soddisfazioni”.
Sei stato convocato in Rappresentativa Regionale. Quali sono le tue aspettative in merito?
“Non ero mai stato convocato in Rappresentativa e per me è già stato importante fare questa prima parte del percorso. Ho conosciuto ragazzi in gamba, tutti meritevoli della convocazione. All’inizio eravamo 88, divisi in due gruppi. Oggi, al terzo step, siamo rimasti 25. Se verrò scelto per il Torneo delle Regioni ne sarò molto felice ed entusiasta. In caso contrario sarò comunque grato dell’esperienza che mi è stata concessa”.
Mister Bellingeri (e non solo lui) vede un futuro importante per te nel mondo del calcio. Tu come ti vedi tra 3-4 anni?
“E’ una domanda difficile. Non ho particolari aspettative. Devo ascoltare, imparare, allenarmi bene e fare del mio meglio. Poi si vedrà. Un bel traguardo sarebbe scalare le categorie con questa maglia, contribuendo a riportare il Casale almeno fino in serie D”.
La somiglianza con il mago più famoso della letteratura inglese è notevole. Matteo ha pronte nuove alchimie per incantare i tifosi della maglia più bella del mondo.