Casale Monf.to – La “magia” della maglia più bella del mondo non finisce di stupire, sconfinando verso sport tecnicamente lontani dal calcio, ma incredibilmente vicini se si parla di passione, sacrificio e spirito di squadra, come ad esempio, il ciclismo. 

Dalla Gran Monferrato Gravel BREVETTI nasce la Gran Monferrato Gravel RIDE: 8 eventi, tra marzo e novembre, per 8 diversi itinerari gravel nel territorio del Gran Monferrato, dedicati ad altrettanti campioni del ciclismo monferrini.

L’ultimo della stagione in corso, è in programma per domenica 12 ottobre 2026. Si tratta del percorso “Giuseppe Ticozzelli, il Tico” (60 chilometri), dedicato al ricordo di un grande campione, (l’unico tra i professionisti), di entrambe le discipline: calcio e ciclismo. 

Giuseppe Ticozzelli, detto Tico, è stato l’unico calciatore professionista italiano che contemporaneamente abbia giocato in serie A e corso al Giro d’Italia diventando un vero e proprio mito italiano.

“Tico”, il suo soprannome, è stato un calciatore del Casale Calcio insieme ai campioni del mondo Caligaris e Monzeglio. Arrivò al Casale Calcio dopo aver disputato e vinto, con la nazionale italiana di calcio contro la Francia (nel 1920, con il punteggio di 9-4), il match che vide il suo esordio in maglia azzurra. Nell’occasione Ticozzelli si recò al Velodrome Sempione di Milano (sede della gara) in bicicletta. 

Nato a Castelnovetto il il 30 aprile 1894, è stato un ciclista su strada, un allenatore ed un arcigno difensore, indossando tra le altre, le maglie del Casale, dell’Alessandria e della SPAL. 

“Tico” aveva la passione del ciclismo, e nel 1926 partecipò al suo primo Giro d’Italia, senza squadra ne divisa (aveva la maglia nera del Casale Calcio).

Il Giro d’Italia del 1926 fu tremendo, si corre da Milano a Milano, attraverso la Penisola, per 3.429 km divisi in 12 tappe interminabili. La più lunga, fra Terni e Bologna, ne misura addirittura 357. Il 19 maggio 1926, nella terza tappa tra Genova e Firenze, un calvario di 312 km, Ticozzelli attacca nelle fasi iniziali, andando presto in fuga. È così forte e carico da riuscire a guadagnare un’ora di vantaggio sul gruppo, ma il suo status di corridore indipendente gli risulta fatale.

Senza una squadra a sostenerlo, non ha assistenza né rifornimenti, così, a ora di pranzo, è costretto a fermarsi in un’osteria lungo il percorso. Si siede a un tavolo esterno, con vista sulla strada, così da poter controllare l’andamento della corsa. Quando il gruppo sta per sopraggiungere, si rimette in sella, ma ormai ha perso lo smalto mattutino. Viene staccato, e quella tappa che sembrava avere in pugno viene invece vinta da Alfredo Binda.

Nella Tappa successiva, non ha più possibilità di tentare un nuovo attacco, e a seguito di una brutta caduta, provocata da un contatto con una moto, fu costretto a chiudere la sua esperienza da corridore tra i professionisti, in maniera amara e immeritata.

Ma la memoria di quell’impresa nella terza tappa, tentata e sfortunatamente sfumata da Tico, rimane impressa nell’immaginario di molti. Nell’edizione del Giro dopoguerra, nel 1946, viene introdotta una maglia per premiare il corridore ultimo classificato, non in gesto di spregio, ma come riconoscimento a chi, pur lottando con tutte le proprie forze, si ritrova battuto dalle avversità e dalla sfortuna.

L’ultimo Gravel Ride, dedicato a Tico, partirà di fronte allo Stadio del Casale 1909 (via Buozzi con ritrovo in Piazza Castello) dove ci sarà il ricordo del mitico Calciatore-Ciclista Ticozzelli.

Sosta pranzo, per chi vuole al sacco, presso il paese di Cereseto, con il suo Castello fiabesco.

Le visite saranno; Eco Museo delle Pietre da Cantone di Cella Monte, gli “Infernot” di Rosignano Monferrato, Big Bench del Grignolino, Museo delle Mondine alla Grangia di Pobietto.

Un’altra, l’ennesima, pagina dello sport che più ci piace. Quello sanguigno. Quello passionale, Quello che vale la pena ricordare e tramandare alle nuove generazioni. 

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